scende giù con l’occhio curvo acuto come un binario
il paradosso della lingua bi anzi triforcuta e canta il maledetto
un grido di vittoria
gira attorno alla sua preda esausta
vigliacco pensa già di immergere
il suo becco pappone
nella dignità offesa della nostra terra
in cima alle montagne di miseria dove il sangue è solo zolla
e il fuoco marcisce nelle vecchie miniere
nascosto dietro un doppiopetto polveroso
lo si riconosce dalle potenti ali e gli occhi di faina
il furbo contrabbandiere di parole impareggiabile demagogo
e chiaro traduttore di menzogne
ma la vanità e la certezza lo rendono imprudente
e non si accorge delle palizzate erette
ultimi orgogli della mia gente con il lavoro a valle
e niente tra le mani
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