-di lei non so più nulla- era una
stanza che mi coccolava
il sogno indietro che spingeva la
memoria
quando dall’alto nessun sole mi
reggeva il passo
c’è una costante sensazione che
parte da tutte le pareti
in contrasto con gli aneddoti
sulle libertà
liberamente tratti dall’esperienza
degli artisti
penso alle stupide interviste che
intrappolano la mente
ai sussidi prodotti da mamme
inconsistenti e padri nulli
libertà è scelta e si può
scegliere anche la prigione
-come scorrono i suoi giorni,
come guida, come ama-
stanza musicale chiara di colori
senza sottoscale
e doni sopra il pianoforte ormai
scordato
nei ripostigli si accendono
rappresaglie contro i despoti
ma le cose durano di più di una
tirannia
e per la legge dei ricorsi sanno
che torneranno a splendere
noi chiudiamo porte con le croci
per fermare i morti
e li piangiamo sperando, almeno
di sognarli
tra una luna piena e l’altra
inconsueta
-vogliamo bere qualcosa, poeta-
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