tutta quella neve sui capelli
saranno i tuoi desideri da
risolvere
ed anche le spaziature tra i
passi
codici per seguire l'onda
saranno nuovi di ieri i momenti
da elevare
a gesto per gli occhi ancora
senza colore
dove comunque s'accendono foreste
chiuso al buio -mea culpa-
solo la pelle sa della luna la
fuori
o delle dalie chine di maliziosa
attesa
dei gradini pazienti quanto
l’argento-rosa dei lampioni
e tu come sarà la tua voce quando
dirà dei millenari sensi
che saliranno su da un fondo
nuovo fino ai coralli
piano attraverso un velo di
sconosciuti odori
*
(oh lo so, lo so che ci sei)
restano le mani impigliate al
passato senza più code
ormai quadrato questo buio
nasconde i giochi
fermi negli occhi d’oceano vasti
chissà quanto
verrai goccia di vento con gli
ulivi nella primavera di novembre
o lungo la striscia di sole che
raggela le notti e cambieranno
i loro sogni le palme le pietre i
calendari
diremo -chissà- parole per
cantare e ti sentirò cantare
e
canterò con te amore che verrà senza violini
vibreremo tra linfe e pistilli e
spume di sale
sotto un cielo senza buchi in un
abbraccio d’acque
*
su di un foglio a quadretti
numeri e poi numeri che diventano
illeggibili
mentre ascolti il signor Albinoni
e fra quei numeri c’è lei
inconsueta
non esattamente riconoscibile
numeri fratti e con virgole e
tanti periodici
diversa dal primo innocente amore
descritto
con due uno e tre zeri in una
semplice sequenza binaria
tutta questa vita sul taccuino di
un architetto
e noi…?
*
e la cortina decennale lascia le
sue trame alle esigenze
sei vicina come la pelle e
quest'amore che non freno
si perde nei millimetri delle
autostrade tra i sassi degli uliveti
lungo l'appropriarsi di un tu e
fra i piatti che preparo per nessuno
vicina come la pelle che odora
soltanto di me e sconosciuta ti amo
*
mentre le pause si diradano ed i
fiori s’affacciano sul proscenio
dichiarando la loro bellezza
-ecco la musica- cielo zafferano
Nessun commento:
Posta un commento