a Giovanni Falcone e la sua scorta
vent’anni dopo
era fumo nei corridoi e nella
stanza grande
di teorie bruciate di anni d’interrogazioni
e nessuno che si domandava il
perché
di tutto quel fumo di carne
bruciata
ma loro non sanno - i bimbi - e
gridano per gioco
poi diventano urla che squassano
l’azzurro
e le sirene l’assorbimento del
reale le cavità della ragione
lì a pulsare senza raggiungere l’aggancio
e capire
cosa adesso perché quando ci
riprenderemo se
non si gioca così da grandi, si
grida per altro
e altro è dimenticare il dolore
di una vita di mille vite crocefisse
nell’acqua e senza richiamo dei volti
della penombra dello stato
dove un salmo copre l’odore di
piscio e il fumo non arriva
mentre un balordo brinda con la
sua puttana un pò di soldi
e uno scassaminchie in meno
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