domenica 10 giugno 2012

il variare tiepido del corpo




porta cotoni questo cielo palermitano
che vestono le calligrafie degli occhi a perdere
un soffio appena scuote le verande  prima del pendio
oppure il tovagliolo fra noi e il vento più lungo del silenzio

sentimi di manu e panza
sentimi di porta a vanidduzza
ca ‘nto calari u suli si scurdò di mia

il canto antico della sposa riempie il rosso di tramonto
e si diffonde il variare tiepido del corpo
che cerca bersagli da sbagliare  - può essere –
il lampo che ti abbaglia e non prevede

(sentimi di panza e manu)

s’incanta la parte tra parentesi
e resta fuori della piazza assieme al battere di ciglia
nel segno più dell’omissione
per quel bersaglio che comunque fa paura

(ca u suli si scurdò) u suli

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