Nel riquadro in alto vicino al calice
ancora il battere del gelsomino in controcanto
le vie della sera vanno e vengono dietro i telai
nelle aggiustate stanze senza impulso e fa male
lo sciamare improvviso dei pensieri, fa male il vuoto
che attanaglia il passo e fa male il passo
perché ti stringe e non ha tacchi
e nascondersi nello spessore di un cielo zafferano
così compatto così malato così estraneo
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