martedì 19 luglio 2011

(devo tornarci ogni giorno)




                       

non ci andavo da tempo ma le ginestre continuavano a crescere uguali
tra le pietre dell’indifferenza lungo le crepe della sciara
risaliamo gli inchiostri fino a trovare parole per poterci dire qualcosa ancora

-i capelli, son diversi, bianchi…-

ho accostato falsi e veri nei ricoveri della mente quando impazzivo per l’assenza
quando i fumi d’eucalipto s’addensavano dietro le sponde dei ricordi
oppure quando ridevo e ridevo dei surrealismi naif sbocciati dalle mani

-anche le spalle, sembrano incurvate…-

i girovaghi sorseggiano la vita a mezzi episodi per volta
circondandosi di varchi e muraglie per dare e trattenere
senza contare gli spiccioli che fanno della vita una continua attesa

-il sorriso, non c’è più sorriso…-

devo tornarci ogni giorno in quella radura dove posso incontrarti padre
e dirti -ma tu lo sai- del vuoto vuoto delle cavità illegittime
degli occhi bucati da un sole sfacciato che non si vuol mettere da parte

-e nemmeno voce…-

i calendari, come le ginestre, continuano a riempirsi di segni
ed i bambini cresciuti sono già altra miseria sulla strada
mentre una luna di stagno mi segue passo passo



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