venerdì 19 febbraio 2010

Febbraio


Febbraio passa sulle rive come un piccolo
vento che non piega i vetri dove muoiono le falene e gli entusiasmi
del ragazzo sempreverde. Vibra dei fuochi di S. Agata e delle illusioni
senza armonie dei percorsi malandati
come quegli occhi senza più colore, come le punte dei combattimenti.
Ah se ci fosse spazio prima del debito d’aprile, se ci fosse luna
senza cosce bianche o secchi melograni
per lasciare con fierezza ogni garanzia e anche tu, Leda viola e
lacci, a rimandarmi scolaretto ‘61, sui nuovi libri… nuovi libri…

Nessuna risposta in quegli intonaci, solo graffi e cenci
e piccole, molto piccole gemme incastonate
nell’avorio della dignità, palandrana che ci copre appena, che non sfugge
ai principi della concorrenza,
della geniale sopravvivenza.

A febbraio il circolare s’apre a tutte le risacche
e rientra il tempo gravido d’incompreso vero amore

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