chitarra elettrica di Andrea Michele Patanè
erano rimasti pochissimi richiami
e dalle sponde risalivano immaturi
parlavano le orchidee
e quello che capivo era solo
il bisbiglio della solitudine
ma un ribollire di mosti
mi chiese a settembre
di girare lo sguardo
verso i campi sconfinati dei tuoi occhi
siediti qui amore e dimmi del cielo
quando tornano le allodole…
e poi ti chiamerò papuzza
sole che mi splende dentro
viola inaspettato e simmetria
ti chiamerò amore
spiaggia e vastità dove
una moltitudine di parole
in silenzio, sarà contraltare
alla carne che ci vuole
sentimi con la pelle e avvolgimi
serpente magnifico
e i fiori avranno il tuo nome
quando in ogni si
risveglierai, sorprendendola
la luna
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