venerdì 10 maggio 2013

#5 della stanza vuota



  
la polvere non sembra infastidita dalla luce
anzi ci gioca e disegna probabili giostre
per la memoria assuefatta al silenzio

che musica può esserci nella sua mente
mentre balla da sola un ritmo inconsueto
i fianchi non decifrano ciò che le mani afferrano

-da qui ti amo- disperdo verso gli angoli assorbenti
tanto non ascolterebbe, anche senza cuffie
il grido è solo un lento scorrere di fiato

appena speso e guai a chi preme il tasto
ché a parlare d’amore ti perdi il passo
e mi stringo il collo ormai troppo Modigliani

-perché di lei, di ieri non so più nulla-



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